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martedì 22 novembre 2011

Esse Laziali1900MCM - Hernanes e l'inseparabile pallina da tennis, Manzini: "Non la molla mai!"


ROMA- Sono inseparabili, lei e Hernanes. Lui la porta sempre con sé, anche se deve andare a giocare in uno sperduto angolo di mondo con il suo Brasile. Stanno sempre insieme, lei è il suo segreto, il passatempo scacciapensieri e il portafortuna, è l’allenamento preferito e, talvolta, lo accompagna nelle sedute di Formello: la sua pallina da tennis. È a lei che il brasiliano si affida nei momenti difficili, e questo lo è: la panchina ospiti del San Paolo trema ancora per quel calcione di frustrazione sferrato all’uscita dal campo, l’ennesimo appuntamento mancato con una big. Mentre palleggia Hernanes sogna la partita perfetta contro una grande del campionato, è l’unica cosa che ancora gli manca da quando è alla Lazio. Quest’anno è riuscito a incidere nel derby, a mettere dentro un rigore che, però, i tifosi ricorderanno più che altro per l’abilità di Brocchi nel conquistarlo. L’anno scorso, era il 3 dicembre, segnò all’Inter, su punizione e a chiusura di una partita che non lo vide protagonista (finì 3-1). La Juve, che la Lazio non batte all’Olimpico dal dicembre 2003, è la prossima ghiotta chance. Sono stati venduti (per ora) oltre 20mila biglietti, la cornice è garantita e il brasiliano ha già ripreso gli esercizi con la pallina. «Non se ne separa mai», racconta Maurizio Manzini, team manager biancoceleste. Ore e ore trascorse a tirar palleggi, un’abitudine che Hernanes conserva dai tempi dell’Unibol Pernambuco. Spesso il brasiliano chiude le sedute con la pallina di feltro, anche la scorsa settimana è rimasto a dar spettacolo palleggiando davanti ai compagni. Destro-sinistro, sinistro-destro: se Hernanes sa essere letale con entrambi i piedi lo deve anche alla sua pallina, oltre che agli esercizi che il padre gli faceva fare da bambino. Non una pratica fine a se stessa, semmai la proiezione di «una volontà feroce nel migliorarsi»: è stato Jota Alves, da dieci anni mentore del brasiliano, a consigliarlo. Pelè lo faceva con un’arancia, ma solo col destro. Con la palla da tennis, invece, si è obbligati a palleggiare con tutti e due i piedi, serve a renderli equivalenti. La doppia sensibilità è il frutto di anni di esercizio e ha già prodotto effetti sul campo, tanto che lo stesso Hernanes non sa più come definirsi, se destrorso o mancino. Un piede vale l’altro, come quando, da ragazzino nelle giovanili del San Paolo, il brasiliano fece scalpore per essere riuscito a mettere in porta due punizioni, una tirata col destro e l’altra col sinistro. L’Hernanes di oggi è un giocatore che continua nel proprio progresso, la Juve potrebbe essere il salto che aspetta da tempo. Ad aiutarlo dovrebbe esserci di nuovo Miro Klose, che ieri ha fatto fisioterapia e che oggi fa esami alla Paideia insieme a Cissé, Konko e Dias.

 Fonte: Esse Laziali1900MCM Blogger.com

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