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domenica 27 novembre 2011

Esse Laziali1900McM - Corsi e ricorsi storici: la Juve e certi episodi che si ripresentano... Ma questa è una Lazio che deve sognare


ROMA-Corsi e ricorsi storici, ne parlava Giambattista Vico nel XVIII secolo. S’intenda che la storia non vive di un progresso continuo, ma ripresenta situazioni e avvenimenti in fasi molto simili tra loro. La ricorrenza di situazioni e il ripetersi di esse, una costante nella storia dell’uomo: “historia se repetit”, sia tra i singoli che nella collettività. E, sembrerà un po’ azzardato, anche il calcio fa parte della pluralità, della vita umana nell’epoca moderna. Il calcio, la squadra del cuore, la Lazio in particolare. Una Lazio che, oggi, si trova a fare i conti con una sconfitta amara, maturata dopo una partita giocata ad armi pari. Una squadra, quella biancoceleste, che si trova a combattere con l’aspro sapore del rimpianto. Sì, Hernanes e compagni ci hanno messo del loro fallendo occasioni da gol e facendosi beffare da un contropiede portato avanti da soli due giocatori avversari, ma siccome la vita e il calcio vivono anche –se non soprattutto- di episodi, allora ecco che Reja se la deve vedere con la storia che torna a presentare un conto sempre uguale e ogni volta più duro da accettare. Perché quando al 30’ del primo tempo, Tommaso Rocchi provava il pallonetto su Buffon che, ormai a terra venia scavalcato dal pallone, tutto l’Olimpico era pronto a gridare al gol ma una mano galeotta di Barzagli deviava in angolo la sfera. Se si analizza l’episodio, è facile capire che volontario o meno (e il difensore sembra cercare la palla con la mano) il tocco è decisivo e crea un danno alla Lazio. Danno procurato, fallo di mano che in certi casi (ce lo hanno spiegato l’anno scorso dopo i derby e i falli di Lichtsteiner) non contempla neanche il fattore della volontarietà. Rigore ed espulsione, sarebbe dovuta andare così. Non è andata perché l’arbitro Rocchi non ha visto e neanche il guardalinee (in posizione ottimale) è riuscito a carpire l’episodio. Corsi e ricorsi storici perché poi segna Pepe e al laziale torna in mente lo scorso 2 maggio, quando Chiellini stese Floccari in area sullo 0-0, prima che proprio l’ex Udinese scrivesse il finale più amaro per l’Olimpico. Sette mesi fa era Mazzoleni l’arbitro disattento, ieri è stato Rocchi. Pepe, poi, ha fatto il resto. La Juve, c’è da ammetterlo, è squadra forte, compatta, con individualità di spessore (vedi Pirlo, Buffon, Marchisio, Matri, Vucinic e Vidal) ha vinto giocando una partita tosta, di personalità. Ha vinto, certo, ma non l’ha fatto in modo del tutto limpido. Semplicemente perché quel rigore è talmente solare da fare ombra alla vittoria bianconera. Non è la prima volta che la Juventus va via da Roma lasciando una scia di polemiche. Come dimenticare la rincorsa biancoceleste alla vetta, frustrata per “quel pallone che va verso la mano di Iuliano e non viceversa” nella stagione 97/98.  Non temano, però Reja e i suoi. Quella vista ieri è stata una Lazio gagliarda, che ha giocato alla pari contro una Juventus forte. Meritavano il pari Klose e compagni, privi della loro coppia centrale titolare e di un Mauri sempre decisivo negli equilibri del centrocampo. Non disperi il fantastico pubblico laziale accorso ieri, in massa, allo stadio. Questa è una squadra da vertice, perché tiene testa a tutti anche quando il vento soffia forte in senso contrario: perché prima o poi finiranno gli infortuni e la squadra giocherà al completo e allora sarà un gran bel vedere. I tifosi rimangano accanto ad una squadra che ha bisogno di un appoggio costante come quello di ieri sera, perché per volare è necessaria unità. Adesso si va in Romania, c’è una qualificazione da conquistare e una competizione da onorare. Perché la Lazio l’Europa ce l’ha, ha una settimana piena ma affascinante. Perché sì, le energie che se ne vanno, ma quanto è bello vederla in giro per il Vecchio Continente.

Fonte : Esse Laziali1900McM Blogger.com

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